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Torrenti, fiumi e laghi in Toscana

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                                       ELSA

Fiume pescoso per carpe, cavedani, barbi e nella parte alta si possono trovare delle splendide trote. L' Elsa è lungo circa 63 chilometri. Nasce in provincia di Siena e confluisce nel fiume Arno, di cui è affluente di sinistra, in prossimità di Ponte ad Elsa, nella provincia fiorentina.

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                                         ARNO

Il Fiume Arno, dopo il Tevere, è il secondo fiume più lungo dell’Italia centrale (241 km) e il quarto in assoluto del nostro Paese, con un bacino di oltre 8200 km2, pari cioè a un terzo della superficie della regione Toscana. Dalla sorgente sul versante sud-occidentale del Monte Falterona fino allo sbocco nel Mar Ligure, il suo corso interessa il solo territorio toscano, costituendo uno degli elementi più caratterizzanti del suo paesaggio, anche urbano, in città come Pisa e Firenze. Nonostante la sua lunghezza, il fiume ha un regime sostanzialmente torrentizio, con magre estive e piene tumultuose durante i più piovosi mesi autunnali, talvolta con esiti disastrosi: le alluvioni a Firenze del 1333, del 1844 e soprattutto quella del 4 novembre 1966 ne sono solo alcuni drammatici esempi. La qualità delle acque, buona o discreta nel suo primo tratto, va gradatamente peggiorando per gli apporti di scarichi fognari e industriali che si susseguono lungo il suo corso, sommando i loro effetti negativi. Ciononostante l’Arno è abbastanza ricco di fauna ittica, seppure gran parte di essa sia ormai ben diversa da quella originaria. Se si confrontano gli elenchi faunistici dell’Arno fiorentino di un secolo fa con quelli di oggi, si rilevano dati di alcune specie un tempo presenti (ad esempio la lampreda di mare, la cheppia e probabilmente anche il ghiozzo dell’Arno) ed oggi ormai scomparse. Numerose altre invece sono state introdotte negli ultimi decenni: l’alborella, l’abramide, il barbo comune, il carassio comune e quello dorato, il gobione, la pseudorasbora, il pigo, il persico sole e quello trota, i pesci gatto, tanto per citarne solo alcuni. Relativamente recente è stata l’introduzione del siluro (Silurus glanis), un “mostro” originario dell’Asia sud-occidentale, che può superare i 2,5 m di lunghezza e i 250 kg di peso, la cui voracità può avere effetti devastanti su altri coabitanti del medesimo tratto di fiume di piccola e media taglia. Anni fa furono addirittura pescati in Arno alcuni esemplari di piranha, per fortuna appartenenti a un genere a dieta vegetariana. Delle oltre 30 specie di pesci note per l’Arno, i 2/3 sono da considerare alloctone, cioè introdotte: sono i cosiddetti “alieni”, ovvero specie estranee alla fauna locale, immesse dall’uomo in varie epoche per scopi di allevamento, di caccia, di pesca, commerciali o semplicemente ludico-estetici, che rappresentano ormai un problema estremamente grave su scala globale. I danni che esse recano alla biodiversità, per predazione, competizione e malattie trasmesse, hanno spesso effetti imprevedibili e sconvolgenti sulla fauna e la flora autoctone e sull’ambiente in generale. In molti casi, soprattutto per quegli organismi più “fragili” e specializzati, incapaci di competere con i nuovi arrivati, la conseguenza più frequente e drammatica è quella dell’estinzione

                                        MAGRA

Il Magra (declinato anche nel genere femminile, la Magra: così anche in ligure) è un fiume che scorre in Toscana e in Liguria bagnando le province della Spezia e di Massa-Carrara. È il principale fiume per portata media alla foce della Liguria (, anche se ad essa appartiene solo la parte terminale del suo corso; lungo il suo percorso si crea lamaggiore piana della Liguria (seconda è quella di Albenga).Il fiume nasce in Toscana a quota 1200 m s.l.m., tra il Monte Borgognone (1401 m s.l.m.) e il Monte Tavola (1504 m s.l.m.), nel territorio comunale di Pontremoli (MS), creando con il suo corso la Val di Magra. Giunto in territorio ligure confluisce con il Vara riversandosi poi nel Mar Ligure con un ampio estuario situato tra Bocca di Magra e Fiumaretta, frazioni del comune di Ameglia. Le acque del fiume sono ricche di pesci, nel corso inferiore del Magra sono presenti più di 30 specie, tra quelle autoctone e quelle introdotte nelle acque spezzine per le gare di pesca; ricordiamo la trota iridata, la trota fario, la tinca, la savetta, la lasca, la scardola, la carpa, il carassio, il pesce persico, il pesce gatto ed il luccio; verso la foce anche molte specie di mare, che risalgono la corrente per diversi chilometri.

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                           PESA

La Pesa è un torrente toscano lungo 53 km, affluente di sinistra del fiume Arno, che attraversa le province di Siena e Firenze.L'altitudine media del bacino è 286 m s.l.m. Il fiume ha regime torrentizio e dagli ultimi decenni del 1900 rimane privo d'acqua nel suo tratto finale durante il periodo estivo.Per quanto riguarda la fauna ittica, è presente: il Cavedano (Leuciscus cephalus), la Carpa (Cyprinus carpio), più comune nei tratti a corrente lenta e sotto le pescaie, Carassio, Triotto, Scardola, Persico trota, Anguilla.

                                 BISENZIO

I pesci presenti nel fiume sono molti: Nella parte iniziale, dove il fiume è piuttosto a carattere torrenziale, possiamo trovare trote che sguazzano in un'acqua cristallina. Qui è facile incontrare pescatori che praticano lo spinning o la pesca a mosca.Andando più a valle, il fiume ingrossa il suo letto e perciò possiamo trovare Barbi nostrani, Barbi spagnoli (fino ed oltre 4 kg), boghe, tinche( Ormai rare), Carpe di notevoli dimensioni(dove il fiume forma buche più profonde) e la specie regina di questo fiume, il Cavedano. Ancora più a valle, il fiume aumenta ancora di più la sua portata ed è ancora più facile trovare pesci di taglia maggiore. Infine dove si inconta con l'Arno, possiamo trovare tutte le specie tipiche del fiume Arno, compresi i Siluri.

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              LAGO DI MONTEPULCIANO

Il Lago di Montepulciano è un tipico ambiente lacustre temperato; qui sono quindi ben presenti popolazioni ittiche prevalentemente ciprinicole. Tra i pesci predatori, molti sono gli esemplari di Luccio, Persico Trota e Persico Reale. Tra le specie di “fondo” sono abbastanza comuni la Carpa e la Tinca.

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                                  SERCHIO

Il Serchio è uno dei principali fiumi della Toscana, il terzo della regione per lunghezza (111 km) dopo l'Arno e l'Ombrone, e il secondo per portata media alla foce (46,1 m³/s). Ove si considerino però la regolarità di regime e le portate minime estive, il Serchio, con i suoi 11 m³/s (dei quali quasi metà dovuti al fiume Lima), è il maggiore della regione

 il fiume é popolato da trote nella parte più a monte, barbi, carpe di notevole taglia, qualche luccio sporadico, cheppie in risalita ad aprile, siluri nella parte più a valle e spigole nella splendida foce che varia continuamente forma a seconda delle piene create dalle piogge invernali

            LAGO DI BILANCINO
Il Lago di Bilancino, per le sue acque

particolarmente pulite, è ricco di numerose specie ittiche quali carpe, carassi, cavedani, persici trota, lucci; vi è inoltre la presenza di barbi, trote e vaironi, tutti provenienti dai tanti torrenti che alimentano il bacino, oltre ad anguille, tinche, pesci gatto e persici reali.

                               SANTERNO

Nasce presso il passo della Futa, a circa 900 metri di quota, sul crinale appenninico, in un anfiteatro di argille scagliose, una conca al cui centro si trova Firenzuola. La sorgente del fiume si trova appena sotto al Cimitero militare germanico della Futa. Da lì scorre verso l’Adriatico formando prima un piccolo fosso e poi un rio; dopo qualche centinaio di metri tale rio effettua una decisa svolta verso destra e si unisce con altri fossi e rii che scendono dalle altre dorsali del passo della Futa. Da qui il Santerno inizia ad avere un letto di circa un metro, interamente sassoso. Scorre poi in una vallata stretta e rocciosa, dove si alternano strati di rocce marnose ed arenacee. L'aspetto tipico dell'alta valle del Santerno è dato da versanti boscosi, interrotti lungo le incisioni fluviali da pareti ripide stratificate.A monte di Coniale riceve da sinistra il suo maggior affluente, il torrente Diaterna (con bacino di 74 km, che scende, invece, dal Passo della Raticosa). Tra gli altri affluenti, da destra, si annoverano presso Firenzuola, il torrente Violla (con un bacino di 14 km) e, a monte di San Pellegrino, il torrente Rovigo (con un bacino di 47 km). Un piccolo affluente, il Rio Canaglia, segna il confine di regione tra Emilia-Romagna e Toscana. In località Castiglioncello il Santerno entra nel territorio della città metropolitana di Bologna.Le acque del Santerno, benché siano popolate anche da ciprinidi, sono classificate da salmonidi.  Ecco allora che qui è possibile praticare una pesca che potremmo definire " mista", ma interessante e produttiva. Si tratta, in pratica, di adottare attrezzature e lenze adatte per ciprinidi, Si pesca a passata, come si fa normalmente con i cavedani e i barbi, innescando piccoli vermi o portasassi.I grandi cavedani che vivono nelle profonde buche a valle del ponte si lasciano facilmente convincere; e così fanno pure le belle fario che convivono nelle stesse acque

                                OMBRONE

L'Ombrone è il principale fiume che bagna la parte meridionale della Toscana. Il suo letto è particolarmente sedimentoso a causa della forte erodibilità delle formazioni plioceniche argilloso-sabbiose dei terreni su cui scorre, in particolare quelli costituenti le cosiddette "Crete senesi": per questo motivo, il suo deflusso torbido annuo (cioè la "portata" di sedimenti) è superiore addirittura a quello dell'Arno. In epoca granducale, questa caratteristica è stata sfruttata per bonificare in un tempo relativamente breve le paludi costiere che costituivano la Maremma Toscana. L'Ombrone è un fiume dal regime estremamente torrentizio, che alterna periodi di magra estremi in estate con turbinose piene in autunno. Il 4 novembre 1966, a seguito di svariati giorni di violente precipitazioni, la portata crebbe sino a raggiungere l'eccezionale valore di 3.500 metri cubi al secondo, così che il fiume invase gran parte delle campagne lungo il suo corso e la parte centro-meridionale della città di Grosseto. Il 9 dicembre 1995 ha registrato invece il culmine della magra invernale più intensa osservata nell'Ombrone in tempi storici, paragonabile addirittura alle magre estive. Si pensa che l'elevato arretramento dei lidi prossimali alla sua foce, rilevato a partire dagli anni trenta, e più accentuato lungo il lembo meridionale del delta, sia dovuto a un fenomeno di subsidenza legata al consolidamento dei depositi deltizi subattuali.Nel parlare della fauna ittica dell'Ombrone, occorre sottolineare che i salmonidi sono rari per non dire assenti, a parte quelli immessi durante i ripopolamenti; i ciprinidi, invece, sono numerosi tanto come numero di specie che come densità di popolazione. Alcune specie ittiche, come cavedano, barbo, alborella e carpa sono comuni o abbondanti nel medio e basso corso del fiume. Altre specie sono molto rare e vivono in ristrette aree del bacino: cavedano etrusco, considerato da Bianco (1984) endemico dei bacini dell'Ombrone, del Tevere e dell'Arno e, nel medio-alto corso il vairone, il ghiozzo di ruscello e la rovella. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una vera invasione di specie ittiche alloctone immesse per scopi sportivi o di specie da acquario rilasciate per abbandono come il carassio, il pesce gatto maculato, la pseudorasbora o il barbo spagnolo. Inoltre nelle acque del fiume e dei suoi affluenti sono presenti molte specie transfaunate dalla pianura Padana quali la lasca, la savetta, il triotto e il pigo. Specie di risalita sono cefalo e muggine labbrone, oltre a laccia o cheppia: popolazioni di quest'ultima si possono ancora osservare durante il loro periodo di risalita, stazionamento e discesa in mare (primi di aprile – seconda metà di maggio), ma il tragitto di risalita di queste specie si esaurisce in prossimità dello sbarramento realizzato in Località Steccaia, non lontano da Istia d'Ombrone. Notevole è stata la diminuzione (quasi sparizione) delle anguille, fatto del resto comune a tutto il bacino del Mediterraneo dal 1988 ad oggi.

                               

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                              MUGNONE

Nasce presso Vetta alle Croci, nelle colline a nord est di Firenze, in comune di Fiesole. Bagna poi la periferia fiorentina, si unisce con il torrente Terzolle e si getta nell'Arno subito a monte del viadotto dell'Indiano, dopo aver costeggiato il parco fiorentino delle Cascine. La sua lunghezza è di 17,5 km Ha un regime spiccatamente torrentizio, con piene insidiose in autunno. In condizioni meteorologiche particolari di forte piovosità si è assistito all'esondazione del torrente con gravi danni alle abitazioni ed alle attività commerciali circostanti. L'ultimo di questi eventi, verificatosi nel 1992, ha indotto il comune di Firenze ad una maggiore cura delle rive del fiume.In origine il Mugnone sfociava nell'Arno nei pressi dell'attuale ponte Vecchio e la confluenza tra i due fiumi, assieme alle possibilità di guado, era stata una delle probabili cause della scelta del sito per l'edificazione della città romana.Nel Medioevo il fiume fu deviato nei fossati prospicienti alle mura della terza cerchia. Porta San Gallo e Porta a Faenza (ora inglobata nella fortezza da Basso) erano munite all'esterno di un ponte per scavalcarne la corrente.Negli ultimi anni il comune ha provveduto a un risanamento delle condizioni generali di questo torrente, eliminando dal suo corso parecchie fonti inquinanti.Pur costeggiando in certi tratti attività poco salubri, come la stazione ferroviaria fiorentina di Santa Maria Novella, le sue acque risultano limpide e ricche di fauna ittica

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                                     SIEVE

La Sieve nasce nel comune di Barberino di Mugello, nei pressi di Montecuccoli a (caposieve) sui monti che separano il Mugello dalla vallata del Bisenzio. Sempre nel comune di Barberino di Mugello confluisce nell'invaso artificiale di Bilancino dove riceve svariati torrenti affluenti in riva sinistra che scendono dai monti adiacenti al Passo della Futa. Uscita dall'invaso mantiene un andamento da ovest verso est fino a Dicomano. Qui, dopo la confluenza col torrente Comano (o fosso di San Godenzo), piega verso sud e forma la Valdisieve fino a riversarsi nell'Arno a Pontassieve. Il territorio attraverso cui il fiume scorre è denominato Mugello nella parte con andamento ovest-est (tra la sorgente e Dicomano) e Valdisieve nella parte con andamento nord-sud.La Sieve è un percorso di pesca  che scorre a soli 40 minuti da Firenze.Specie presenti:Trota fario(tratto alto) cavedano barbo carpa pesce gatto persico trota black bass

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                                       FIORA

Il Fiora è un fiume che nasce dal versante grossetano del Monte Amiata, proprio sotto il pavimento della Chiesa della Madonna della Neve, una chiesa cinquecentesca del paese di Santa Fiora da dove è visibile la sorgenteIl corso d'acqua, dirigendosi verso sud, attraversa l'estremità meridionale della Toscana interessando, oltre al comune di Santa Fiora, i territori di Castell'AzzaraSempronianoSorano e quelli di Manciano e Pitigliano tra i quali segna il confine.Subito dopo, entra nel Lazio interessando i territori comunali di Ischia di Castro e Canino, prima di entrare nella Maremma laziale e attraversare interamente il comune di Montalto di Castro dove, presso Vulci, si trova il celebre Ponte dell'Abbadia che, secondo una leggenda, venne costruito in una sola notte dal Diavolo.Il corso d'acqua sfocia nel Mar Tirreno a sud-ovest di Montalto di Castro, presso la località di Montalto Marina. Numerose sono le specie di pesci che si riproducono nel fiume, la trota fario, i barbi e i cavedani i più frequenti, oltre a vari macroinvertebrati, fondamentali indicatori biologici della qualità delle acque fluviali.

                                 LAMONE

Il Lamone è un fiume che scorre in Toscana e in Romagna. Nasce dalla Colla di Casaglia (972 m) nel comune di Borgo San Lorenzo (in provincia di Firenze), attraversa MarradiBrisighella e Faenza. Dopo la via Emilia comincia il suo percorso in pianura. Passa nelle campagne tra Russi e Bagnacavallo e sfocia nel Mare Adriatico presso Marina Romea (15 km a nord-est di Ravenna, nella Pineta di San Vitale); il suo percorso totale è di 97 km.Il suo corso ha subito nei secoli diverse variazioni: dapprima sfociava nell'Adriatico lambendo Ravenna, poi divenne affluente dell'antico Po di Primaro. In seguito, si perdeva nelle paludi a sud del delta padano. Compiuta la bonifica idraulica nel 1962, da quell'anno sfocia direttamente nel mare Adriatico. Nelle acque interne lungo il corso del Lamone sono presenti 55 specie di Pesci, tra cui ben 8 specie endemiche; le specie più rilevanti sono Barbo, Triotto, Lasca, Cobite mascherato (endemismo padano scoperto recentemente nel primo sito a sud del Po), Nono, Spinarello, Ghiozzo padano; Ghiozzetto di laguna.

                                      AMBRA

Per un breve tratto segna il confine tra le province di Siena e Arezzo, per poi entrare definitivamente nella provincia di Arezzo. Dopo un corso di circa 38 km nel quale attraversa per alcuni chilometri i comuni di Gaiole in Chianti e Castelnuovo Berardenga in provincia di Siena entra come già detto definitivamente in provincia di Arezzo attraversando gran parte del comune di Bucine (circa 25 km.) e la valle a cui appunto dà il nome (Valdambra), sfociando poi nell'Arno in località Levanella, nel comune di Montevarchi. In località Pogi, il torrente è attraversato da un ponte medievale a schiena d'asino che ingloba nei suoi piloni i resti di un antico ponte romano e più a valle, a Bucine, troviamo i resti con un'intera arcata intatta di un altro antico ponte medievale che ha come sfondo un grande viadotto ferroviario (ponte di Bucine). La fauna ittica nel torrente Ambra è molto varia, nel suo alto corso le sue acque sono classificate a salmonidi con presenze di trote e vaironi, scendendo più a valle le sue acque si classificano a ciprinidi, con presenze di alborelle, cavedani, barbi (tiberino e canino), carpe, persici, pesci gatto, carassi, e ancora qualche sporadico esemplare di anguilla.

ELENCO FIUMI E  TORRENTI TOSCANA

                                                  LUOGHI DI PESCA CONSIGLIATI

 

Ottimo luogo per la pesca a mosca in Toscana è il fiume Alto Tevere a Sansepolcro.

 

Nella lucchesia troviamo il bacino naturale creato dal fiume Serchio, da Sillano a Castelnuovo Garfagnana.

 

In provincia di Siena, il lago di Chiusi e il lago di Montepulciano, poco distanti dalle omonime cittadine.Nel Lago di Montepulciano occore oltre alla licenza di pesca il seguente permesso

 

Il lago di Massaciuccoli, nella provincia di Lucca, (riserva naturale dove è possibile pescare).

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